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Piero della Francesca, Annunciazione, particolare |
Sergio Givone
Prima lezione di estetica
Laterza, Roma-Bari 2003
Benché minimamente unito al vero e al bene, il bello secondo Platone non è né qualcosa che si fa, né qualcosa che si sa, e quindi: né qualcosa che si produce, né qualcosa che si conosce. Semmai verso il bello si va, come strappati a se stessi e al proprio mondo (trascinati via, sedotti). Ma neanche questo è esatto, platonicamente. O lo è solo fino a un certo punto. Infatti verso il bello si va, ma a condizione di essere già presso il bello, di sostare già nell'orizzonte che il bello schiude, di appartenere già a quel che si cerca. Se il bello non si fosse manifestato, se non ci fosse apparso in una forma o nell'altra, noi non sentiremmo acuto il desiderio di possederlo o quantomeno di rimirarlo, goderlo in visione. Il bello accade - ed ecco non possiamo più farne a meno, comunque ne siamo catturati al punto che non vorremmo più distogliere lo sguardo.
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