In questo agosto che ci sta offrendo solo una situazione politica alquanto "imbarazzante" si trova finalmente spazio per regolamentare ulteriormente il tema della violenza sulle donne.
La normativa appena approvata prevede pene più severe e dà una stretta alla violenza , specie a quella domestica .
Ieri in consiglio dei ministri sono quindi stati varati 12 punti, tra cui:
Arresto obbligatorio in flagranza
È previsto l'arresto obbligatorio in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking. Ciò significa che le forze dell'ordine saranno obbligate al fermo di colui che viene sorpreso in un atto di violenza domestica o di stalking.
Allontanamento del coniuge violento da casa
Alle forze di polizia viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge (o compagno) violento se c'è un rischio per l'integrità fisica della donna. «Dal punto di vista della prevenzione è importante» - ha spiegato il ministro Alfano - «perché viene impedito a chi è violento in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici».
Querela irrevocabile
Una volta sporta querela per violenza e maltrattamenti, quella querela sarà irrevocabile. «Sottraiamo noi la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la querela», ha spiegato Alfano.
Pene più severe
Il decreto prevede l'aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente).
Corsia giudiziaria preferenziale
Con questo decreto, i tribunali potranno adottare delle corsie preferenziali per i processi per femminicidio e per maltrattamenti
Patrocinio gratuito
Per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato, è ora previsto il patrocinio legale gratuito.
Ovviamente la strada da percorrere è ancora tanta, ma vista la situazione politica attuale e visto il periodo...
É stato compiuto un bel passo a tutela delle vittime di violenza .
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Concita De Gregorio ha accolto anche lei con grande favore la novità. Ecco le parole conclusive del suo commento sulla Repubblica di oggi:
È una buona notizia, che questo decreto ci sia. Che Josefa Idem
l’abbia voluto come primo atto del suo breve mandato, sarebbe stata un
buon ministro e lo sa bene Enrico Letta che dopo averla invitata a
dimettersi con intransigenza fortemente diseguale ieri l’ha
pubblicamente ringraziata. È una buona notizia che tenga conto della
convenzione di Istanbul ratificata poche settimane fa in un’aula
parlamentare deserta. Quell’aula era deserta, però. Come se questi
fossero atti dovuti che non cambiano le cose, non interessano nessuno.
È da quel vuoto, da quel che c’è nella testa di chi si volta
dall’altra parte, che si deve partire.
Mi permetto una piccola integrazione: come spesso succede, anche in questo decreto sono stati inseriti provvedimenti che non hanno nulla a che fare con la materia in questione. All'articolo 8 infatti è previsto un inasprimento delle pene per chi entra nel cantiere TAV di Chiomonte o in qualsiasi altro sito considerato di interesse strategico. Cosa c'entra tutto ciò con il femminicidio?
RispondiEliminapagina Facebook della Fondazione IPAG, giovedì
RispondiEliminaDove è finito il contrasto ai No Tav
«Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere»
La Stampa di oggi
L’ultima parte del decreto riguarda le norme a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ed è stato subito ribattezzato come «il capitolo No Tav» perché fa riferimento esplicito anche a questo fenomeno di protesta. L’articolo 9 - quello con cui il capitolo si apre - in realtà proroga al 30 giugno 2016 le norme riguardanti l’arresto in flagranza durante le manifestazioni sportive. Il successivo invece - numero 10 - parla dei no tav e ha una intestazione vagamente minacciosa: «Norme in materia di concorso delle Forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonché in materia di istituti di pena militari». L’articolo 11 parla del contrasto al fenomeno dei furti in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione: di nuovo si proteggono le linee ferroviarie ma anche i grandi impianti (per esempio dalla sottrazione di rame?). L’articolo successivo introduce degli inasprimenti di pena per chi commetta rapine a danno di anziani (ultra 65 enni) o a chi lo faccia in presenza di minori. Va considerato che tutto il decreto muove dall’allarme lanciato dal rapporto annuale del ministero dell’Interno sui reati nel 2012. , che assommavano a oltre 2,8 milioni, un numero enorme che vuol dire un reato ogni 10 secondi. Il dato, peraltro, era cresciuto rispetto allo scorso anno dell’1,3, percentuale in sé bassa ma che tradotta in numero assoluti voleva dire 36 mila reati in più, cioè 100 al giorno.