Sara Bentivegna
Internet come forma politica
Europa, 31 agosto 2013
Che la politica, oggi, sia declinata sempre più spesso in termini di
distanza, disaffezione o sfiducia è cosa nota a tutti noi, cittadini
delle democrazie contemporanee. Tra le numerose letture offerte al
riguardo, si colloca quella di Pierre Rosanvallon, studioso francese che
da anni riflette intorno alle trasformazioni della democrazia. La sua,
però, è una lettura decisamente controcorrente: a suo avviso, infatti,
la sfiducia non è necessariamente un sentimento negativo, tale da
condurre alla passività e all’antipolitica. Al contrario, essa può
portare all’espressione e all’affermazione di nuove forme politiche.
Questo netto mutamento di prospettiva deriva dall’abbandono di un
approccio focalizzato sulle conseguenze della sfiducia sul funzionamento
delle istituzioni elettorali-rappresentative a vantaggio di uno mirato a
comprenderne le manifestazioni in un quadro globale e a considerarle
come facenti politicamente sistema, vale a dire ricomprese al suo
interno. L’adozione di un simile approccio comporta l’interpretazione
della sfiducia come spinta a “vegliare affinché il potere eletto rimanga
fedele ai propri impegni”. Per qualche verso, si potrebbe parlare di un
contro-potere, mirato a correggere l’azione politica e a incalzare i
governi a rendere conto della loro azione.
Accade
così che all’ombra della democrazia elettorale-rappresentativa, si
affermi una contro-democrazia, che non è affatto il contrario della
democrazia ma che è, invece, l’espressione della democrazia dei poteri
indiretti presenti nella società. E’, in breve, la democrazia della
sfiducia organizzata, che contrasta e integra la democrazia della
legittimità elettorale. Da questo punto di vista, non vi è dubbio che la
sfiducia faccia politicamente sistema e debba essere considerata come
una vera e propria forma politica.
A partire da tale approccio, Rosanvallon analizza l’affermazione di
nuovi soggetti politici – che talvolta diventano, anche, nuove forme
politiche – nonché le dimensioni costitutive della contro-democrazia
individuate nei poteri di sorveglianza, interdizione e
giudiziarizzazione. Tra queste dimensioni, il potere di sorveglianza è
certamente quello più diffuso ed evidente nelle attuali società e si
configura anche come un antidoto al problema del rapporto tra eletti ed
elettori. L’esercizio di un simile potere testimonia altresì la presenza
di forme alternative di espressione da parte dei cittadini che vanno
oltre il voto: nella “società della sfiducia”, infatti, si realizza una
profonda trasformazione della cittadinanza al di fuori delle
tradizionali istituzioni di rappresentanza e negoziazione. Queste
trasformazioni dell’ambito partecipativo ed espressivo hanno trovato un
incredibile alleato in Internet, presentato come uno spazio
generalizzato di vigilanza e valutazione del mondo. Grazie a Internet,
le nuove esigenze di vigilanza nei confronti dei governanti proprie dei
cittadini si rendono visibili e realizzabili nonché condivisibili. Non a
caso, Rosanvallon ritiene che Internet possa essere considerata
propriamente una forma politica.
Il netto rovesciamento in positivo dell’avvento della “società della
sfiducia” ha fatto sì che Rosanvallon venisse accusato di essere troppo
ottimista circa le conseguenze sull’evoluzione politica delle società
contemporanee. Se è certamente vero che scarsa attenzione viene prestata
alle inevitabili trasformazioni dei sistemi rappresentativi, è
altrettanto vero che molte riflessioni offerte nel testo sono di grande
utilità per leggere la più recente storia politica: la centralità della
dimensione della vigilanza nella proposta politica di alcuni soggetti,
l’interpretazione di internet come luogo e forma di nuove espressioni
politiche e l’affermazione di nuovi attori. Inoltre, si deve aggiungere
che Rosanvallon dichiara molto chiaramente che il suo obiettivo è quello
di descrivere le conseguenze della diffusione della sfiducia sulla
società piuttosto che sul sistema politico-elettorale. Alla luce di tale
obiettivo, non si può che riflettere sulla sua analisi ed essere pronti
a individuare le nuove forme di coinvolgimento civico che si diffondono
sotto i nostri occhi nonché le espressioni proprie della
contro-democrazia.
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