Un "mostro sacro" della ULB ci ha appena lasciati. José Gotovitch detto Gotò è morto. Nato nel 1940, nelle Marolles, rione popolare vicino al centro di Bruxelles, sarà salvato dalla deportazione grazie alla solidarietà di quartiere durante una retata e vivrà la guerra dalle parti di Namur come bambino nascosto. Iscritto nel 1957 alla ULB, partecipa alle attività del Circolo studentesco comunista. Il giovane attivista è appassionato di solidarietà e lotta. Nel 1960 lo studente parte per Cuba. Incontrando laggiù Che e Fidel Castro. Questo incontro gli dà un'aura con le generazioni che ha formato. Sarà tra i primi a lavorare sulla storia della seconda guerra mondiale e pubblicherà con Jules Gérard-Libois "L'An 40", libro che mantiene la sua rilevanza ancora oggi, uno dei bestseller della storia belga. José diventa quindi un personaggio pubblico, ospite molto regolare di programmi radiofonici o televisivi. Rinomato specialista della seconda guerra mondiale, dedicò la sua tesi di dottorato alla resistenza comunista e diresse CegeSoma, il Centro Federale per gli Studi della Guerra e della Società. Oltre a dirigere questo centro di eccellenza, affascinerà generazioni di studenti delle scienze umanistiche e sociali nel suo grande corso di storia contemporanea. José amava insegnare, era, secondo le sue parole, "la gioia della sua vita". Ha anche guidato il seminario di storia contemporanea e ha insegnato ai giovani storici il metodo, il rigore e la "costruzione" della storia. Insegnare era "il suo respiro". Per la sua finezza e intelligenza ma anche per la sua eloquenza ed entusiasmo, José Gotovitch non poteva lasciare indifferente. Impegnato, rigoroso, lascia un vuoto enorme ma anche inevitabile lavoro di ricerca.
Annemie Schaus, rettrice dell'Università libera di Bruxelles
https://www.journalbelgianhistory.be/nl/system/files/edition_data/articlepdf/ART_Lagrou_Conway_BTNG-RBHC_2019.2-3.pdf
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