Nicola Mirenzi, Onore al merito, Il Foglio, 7 settembre 2023
Intervista a Luca Ricolfi
...Si dovrebbero recuperare allora le culture
antiche? “Non penso né che si possa, né che sia giusto farlo. Io sono
per andare avanti, ma custodendo il buono che c’è – anzi che c’era – nel
mondo che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto. Ad esempio: la
trasmissione della cultura, la capacità di differire la gratificazione,
il rispetto dei ruoli, l’esercizio dell’autorità nell’educazione dei
figli. Più in generale, l’accettazione del limite, che è il vero nucleo
della visione conservatrice del mondo, da Edmund Burke a Roger Scruton,
da Raymond Aron a Simone Weil”.
In Italia, però, i conservatori hanno un handicap. “Nel nostro paese non si scontrano in realtà due grandi visioni del mondo. Ma ne esiste solo una: quella progressista. E’ la sinistra che conduce le battaglie di civiltà: afferma diritti, combatte privilegi, sempre in nome di un’idea più alta. La destra non fa altro che reagire a questa spinta. Rintuzzare gli eccessi. Scalpitare per non essere soffocata. La destra non ha un’idea di mondo alternativa a quello progressista. Si limita a schierarsi contro. Passando spesso per reazionaria, oscurantista, appunto perché non oppone a un’idea di mondo un’altra idea di mondo, ma si limita a reagire all’unica idea in campo. Ecco in cosa consiste la vera egemonia culturale della sinistra. Non il potere. Non le poltrone. Non i ruoli. Ma un’idea di civiltà”.
La difesa della cultura come strumento di emancipazione, “abbandonata dai progressisti”, “non ancora raccolta” dalla destra. “Distinguere don Milani dal ‘donmilanismo’”. Parla l’autore de “La rivoluzione del merito”, un riformista radicale
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