domenica 6 novembre 2022

Se il problema non è stare al gioco, ma vincere


Il Pd si è battuto sapendo di non avere tante probabilità di vittoria, è stato al gioco e ne è uscito con le ossa rotte. Dopo la sconfitta, ha mostrato di non aver capito la lezione. Ha continuato a reagire come se il problema fosse stato quello di esserci. Reazioni disordinate, infelici, perdenti. Reazioni pur sempre, si dirà. Ma qui si tratta di capire qual è il problema. Non si tratta solo di preservare le forze, si tratta di capire come è possibile recuperare la capacità di prevalere sull'avversario. Esserci in tal senso non serve a nulla, può addirittura provocare una caduta nei consensi e nelle prospettive di una rivincita. L'avversario non ha vinto mostrando la sua manifesta superiorità, ha vinto per la  manifesta debolezza degli oppositori che non hanno mai scelto di apparire come realmente minacciosi in quanto dotati di maggiore forza e determinazione. Forza e determinazione: il vincitore predestinato non è colui che ha dalla sua parte il senso della storia o il segreto del progresso per gli anni a venire. Il vincitore predestinato è colui che riesce a usare meglio le sue risorse e a impiegarle con profitto nelle battaglie decisive. Tra le risorse c'erano gli alleati possibili, il Pd ha scelto di battersi da solo e si sono visti i risultati. E poi c'è la questione dell'iniziativa. Che non è in linea di principio appannaggio di nessuno. Vince chi riesce a mantenere l'iniziativa. E quindi non si batte a ogni occasione, va allo scontro solo quando sa di avere buone probabilità di vittoria e intanto mantiene l'iniziativa. La destra, disponendo di un'alleanza adatta allo scopo, ha assunto l'iniziativa, mentre il Pd non ha neppure provato a contrattaccare in un modo credibile (la pancetta o il guanciale voleva essere una scelta ovvia e si è rivelata un boomerang). Per recuperare l'iniziativa, il Pd non deve caricare a testa bassa inseguendo i drappi rossi esibiti dalla destra. Deve decidere quando dare battaglia, e come, senza limitarsi ad aspettare le mosse dell'avversario. La sicurezza, per esempio, non sembra essere un terreno decisivo di scontro. Altra cosa è la condizione delle classi più disagiate. Altra cosa è la guerra in Ucraina. E qui non basta il galleggiamento in attesa di tempi migliori. Sull'Ucraina, per esempio, il Papa riesce a tenere insieme la resistenza al male e il perseguimento della pace. Sul terreno economico e sociale Calenda sviluppa un controcanto puntuale e efficace. Se non altra dà un'idea delle possibilità trascurate.

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