Edmondo De Amicis, Carmela, Sellerio, Palermo 1990 [1868]
La mattina seguente, appena levato il sole, uscì di casa. Non aveva ancora fatto dieci passi sulla piazza, quando si sentì tirare leggermente la falda della tunica. Si voltò, e vide a due passi da sé, ritta e immobile nell'atteggiamento del soldato che saluta, una fanciulla co' capelli rabbuffati e il vestito scomposto, alta, sottile e di forme bellissime; la quale gli teneva fissi in volto due grandi e vivi occhi neri, e sorrideva.
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Era bella davvero. Era uno stupendo modello di quella fiera e ardita bellezza delle donne siciliane, da cui l'amore, più che ispirato, è imposto, e il più delle volte con uno di quegli sguardi lunghi e intenti, che par che scrutino il più profondo dell'anima, e tolgono a chi è guardato tanto ardimento quanto n'esprimono. Aveva i capelli e gli occhi nerissimi, e i movimenti dei sopraccigli e dei labbri subitanei, tronchi, pieni di forza e di vita. La sua voce sentiva leggermente dello stanco e del roco, e il suo riso del convulso. Dopo che aveva riso continuava a tenere per un po' di tempo la bocca aperta e gli occhi spalancati.