

Barbara Spinelli, La sinistra antiquaria, La Stampa, 11 giugno 2000, ripreso in Id., Il sonno della memoria, Mondadori, Milano 2001
Nietzsche distingue tra vari tipi di memoria: più o meno fecondi, più o meno immobilizzanti. C’è una memoria "monumentale", una "antiquaria", e una "critica". Le prime due sono le più pericolose, perché riveriscono il mondo di ieri e vi cercano riparo per non agire sul presente. Gli spiriti monumentali abbelliscono il passato, e la storia è per loro «un abito mascherato, in cui il loro odio per i potenti e i grandi del loro tempo si spaccia per sazia ammirazione dei potenti e dei grandi dei tempi passati». Il loro motto è: «Lasciate che i morti seppelliscano i vivi» (Friedrich Nietzsche, "Sull’utilità e il danno della storia per la vita", Adelphi ’73, pag. 23). Non meno rischiosa è la storia antiquaria, che con pietà o furia collezionista custodisce un nido familiare chiuso all’esterno. Nido esoterico, dove si coltiva il pronome personale «noi» e la coscienza di essere eredi di una grande nazione, o un partito-guida. Il culto del collettivo, assai conservatore, fu sempre preminente nei partiti comunisti. La storia critica è la più utile per la vita presente e futura. Essa non esita a trarre il passato davanti al tribunale, e a condannarlo. E’ una memoria azzardata anch’essa, perché la tendenza è forte di «darsi un passato da cui si vorrebbe derivare, in contrasto con quello da cui si deriva. E le seconde nature sono sempre infinitamente più deboli delle prime». Ci vuole tempo, tenacia, oculatezza, perché la seconda natura maturi e diventi una prima natura.
http://www.elencoblog.net
Nessun commento:
Posta un commento