lunedì 25 ottobre 2021

Crepax, Valentina e Trockij

 
In Viva Trotsky, una delle avventure di Valentina, Crepax esprime chiaramente il suo credo antistalinista e antiautoritario. La storia parla di un viaggio onirico in cui Valentina si trova immersa in uno scontro tra zaristi e bolscevichi che si contendono la conquista di un treno in corsa. L’assalto alla locomotiva diventa metafora della conquista del potere: liberatasi degli zaristi e dei loro alleati occidentali, Valentina saluta la vittoria della rivoluzione rispondendo al pugno chiuso dei “rossi” con le parole del poeta Alexandr Blok (“Con tutto il corpo, con tutto il cuore, con tutta la coscienza, ascoltiamo la rivoluzione”), ma subito dopo vede a terra il corpo senza vita di Trotskij, il conducente della locomotiva. Un soldato le comunica che anche Ulianov (Lenin) è morto e che ora comanda Dzugasvili, il vero nome di Stalin. Poi, in una semplice battuta, Crepax delinea l’esito finale della Rivoluzione russa: “La Burocrazia Ferroviaria (il Soviet Supremo) garantisce il perfetto funzionamento del nostro treno. Gli altri treni non ci interessano!”. Come a dire: la rivoluzione finisce qui. A una malinconica Valentina, tornata alla realtà, non resta che scrivere il nome di Trotskij sul finestrino del treno. A futura memoria.
 
La tomba di Trotsky nel patio della sua casa a Città del Messico

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