Claudio Cerasa, Elogio di Dibba, Il Foglio, 14 febbraio 2019
Embè, gli applausi? La trasformazione del Movimento 5 stelle in un
pessimo arrosticino cotto a fuoco lento dalle fiamme della realtà è
tutta lì, nella meravigliosa scena andata in onda martedì sera su
La7 di fronte a Giovanni Floris, dove il politico più abbronzato
d’Italia, Alessandro Di Battista, si è rivolto al pubblico di
“DiMartedì” rimproverandolo di non essere stato sufficientemente
generoso nei suoi confronti: embè, gli applausi? Dall’alto della
sua profonda conoscenza in campo economico e della sua formativa
esperienza manageriale nell'impresa del padre [...] il subcomandante
Dibba era lì a chiedere a Floris di non mettere troppa fretta al
Movimento 5 stelle e "di dare il tempo a un governo che fa una
misura di capire se quella misura funziona o meno". Dibba, con
la stessa intensità con cui arringò la folla in Parlamento contro
ilpresidente Macron che a differenza di Napoleone "non ha mai
combattuto sui campi di Auschwitz", una volta affermata la sua
verità sceglie di lanciare uno sguardo severo verso un pubblico
rimasto immobile, congelato, indifferente di fronte alla sua
affermazione. La scena l'avrete vista tutti: "Che fate, non
applaudite nessuno? Si può, eh, lo potete fare. Non vi hanno dato
queste?", dice Dibba indicando le prpoprie mani. [...] A suo
modo [...] ha messo in luce un manifesto assoluto dell'impotenza
grillina e solo per questo bisognerebbe ringraziarlo. Ma in realtà
Dibba andrebbe ringraziato anche per molto altro e in verità la
discesa in campo del gemello diverso di Luigi Di Maio meriterebbe di
essere persino elogiata. Il Dibba in campo, il Dibba pugnace, il
Dibba che torna sulla scena sparando fesserie sulla Tav, su
Bankitalia, sulle grandi opere, sull'Alta velocità, sull'Europa, sul
franco Cfa, sul Venezuela, su Macron al contario di quello che si
potrebbe credere, non è "l'altro volto" del Movimento 5
stelle, quello meno moderato, ma è al contrario il volto che più di
qualunque altro rappresenta l'essenza pura del grillismo, la sua
vocazione a sposare i lemmi della decrescita infelice, la sua
tendenza a giocare con l'eversione, la sua predisposizione ad
aggredire i valori non negoziabili di una democrazia rappresentativa,
la sua tendenza a promuovere burattini in Parlamento, la sua
sostanziale incompatibilità con il governo della settima potenza
industriale del pianeta. [...] Grazie Dibba, gli applausi magari
un'altra volta.
Nessun commento:
Posta un commento