domenica 18 novembre 2018

Razzismo quotidiano, una testimonianza



Farian Sabahi
pagina fb Sì Torino va avanti, 16 novembre 2018

Questo governo ha sdoganato il razzismo. Tanti, dal medico piacentino alla truccatrice romana, non esitano a esprimersi contro gli immigrati, con una sconosciuta appena incontrata.
Ieri mattina ho preso Italo da Torino Porta Nuova alle 11:20 in direzione di Roma. A Milano sale un signore distinto. Ha il posto accanto a me, ma sceglie di sedersi altrove per stare comodo. Nel giro di poco il treno si riempe, si avvicina e inizia a chiacchierare. Viene interrotto dall'altoparlante: in carrozza 3 serve un medico. Si alza, ritorna: sul posto c'erano già altri due colleghi, “nulla di grave”. Ma alla stazione di Reggio Emilia arriva l'ambulanza. Il mio vicino di posto racconta di essere un medico, di Piacenza. Aveva studiato da patologo, ma alla fine ha preferito fare il medico di famiglia per stare vicino alla mamma. Avanti con gli anni, alla pensione gli manca poco. Con un po' di ritardo, stiamo per arrivare a Roma.
Sono tre ore che leggo materiali sull'Arabia Saudita, il dottore piacentino sbircia la copertina di un libro. Dopo averci girato intorno, la domanda è diretta:
“Lei di che cosa si occupa?”
“Di Medio Oriente”
“E come mai va a Roma?”
“Domattina sarò ospite di Uno Mattina, per discutere di Arabia Saudita”
“Interessante! Anni fa avevo letto un libro, diceva che i vu' cumpra vengono dal Marocco in Italia non per cercare lavoro, i soldi per il cellulare li hanno, ma per diffondere la loro religione e invaderci, per farci tutti musulmani.”
Gli rispondo, scettica: “Faccia attenzione a quello che legge, c'è tanta porcheria...”
E lui insiste: “Ma io ci credo, è vero, tutti 'sti immigrati sono qui per prenderci la nostra terra, vogliono fare l'Europa musulmana...”
Di fronte a tanta ignoranza, sorrido. Cerco di spiegargli che molti immigrati non sono nemmeno praticanti. Non lo era mio padre arrivato nel 1961 a Torino. Ma il dottore di Piacenza non vuole sentire ragione e insiste con lo sproloquio razzista. Mi chiede che cosa fosse saltato in mente a mia madre di sposare uno straniero, uno che viene da quei paesi là. Gli spiego che, come lui, anche mio padre ha studiato medicina, si è laureato in Italia ed è un affermato professionista nel suo settore. La sua vita, papà l'ha passato inseguendo le sue passioni. E io le mie, a cominciare dagli studi. Ma a un certo punto perdo la pazienza: sorriso a trentadue denti, gli dico: “Sì, siamo qui a invadervi, armati di cultura”. Il treno sta per fermarsi a Termini, siamo in coda per scendere dal treno. Ad ascoltare lo sproloquio razzista del dottore piacentino sono altri passeggeri. Lui cerca di barcamenarsi con le scuse: “Non volevo offenderla, mi scusi”.
Stamattina, ore 8:30 a Saxa Rubra. A truccarmi è Paola, che ancora non conoscevo. Ci presentiamo, mi chiede di che cosa devo parlare a Uno Mattina per regolarsi se procedere con trucco leggero o più accentuato. Mi chiede il perché del nome “Farian”, le spiego che è un nome iraniano. Domanda se ho sposato un iraniano.
“No, a essere iraniano è mio padre”
E parte lo sproloquio razzista della truccatrice:
“Ah no! Io con uno straniero non mi sarei mai sposata! Per me la razza è importante. Sono di Roma e non mi sarei mai sposata con uno straniero. Da qui non me ne andrei mai. Immagini se avessi sposato uno straniero e mi avesse portato via dalla mia città, dal mio paese! Non mi piace mescolare, amo la mia cultura, è la migliore… ma poi io sono tollerante, io alla mia razza ci tengo, voi fate quello che volete… ”
Morale della favola: sarebbe meglio evitare di rivolgere parola agli sconosciuti… nonna lo diceva sempre…

Nessun commento:

Posta un commento