John Fante, Lettera alla moglie Joyce, Napoli, ca 27-28 luglio 1957, sta in Id., Tesoro, qui è tutto una follia, trad. Alessandra Osti, Fazi, Roma 1999
Tesoro,
le
donne di Napoli sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti
sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina,
grasso, o dalla cacca di un bebè. I seni gli arrivano alle
ginocchia, e i loro culi pendono come dei palloncini gonfi d’acqua.
In realtà non camminano, si trascinano piuttosto, scivolando su dei
sandali di legno o cuoio dai quali fanno capolino dieci sudice dita.
Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto
della madre di Dio e le mani contorte, incallite delle donne che
hanno passato la loro vita a badare ai propri figli e ai propri
uomini. Quei seni giganteschi e scesi, così grotteschi e mostruosi,
confortano i bambini che piangono, e non è difficile immaginare che
eccitino gli uomini. E' anche possibile che a Napoli gli uomini
preferiscano che le loro donne siano corpulente e abbrutite, con
pance poderose e occhi che abbiano guardato Dio. Immagino che gli
uomini vogliano che le donne abbiano un forte odore di sudore e di
mestruazioni perché è animalesco, è come andare il più vicino
possibile all’animale continuando a vivere nella civiltà. Perché
sono civili, sofisticati, generosi, gentili, educati, valorosi e
terribilmente coraggiosi.
Sembra
un brano turgidamente iperbolico, ricavato da una lettura non
sorvegliata della Pelle di Curzio Malaparte, un pasticcio di
morbosità eccitata e di pigmentazione ad effetto, con quel richiamo
blasfemo alla Madonna tipicamente fantiano. (Giacomo D'Angelo,
L'emigrazione abruzzese e la letteratura)
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/23/john-fante-lettere-sull-italia.html
https://palomarblog.wordpress.com/2017/02/05/berlino-est-1960/
https://palomarblog.wordpress.com/2017/02/05/berlino-est-1960/
Nessun commento:
Posta un commento