Simone Lorenzati
150
milligrammi è l'ultima fatica della regista francese Emmanuelle
Bercot e vede come ottimi protagonisti Sidse Babett Knudsen e Benoît
Magimel. La storia è basata sulla vita del medico pneumologo Irène
Frachon, la quale intraprende una lotta titanica contro una casa
farmaceutica francese, la Servier, rea di commercializzare il
Mediator, farmaco prescritto legalmente per oltre trent'anni e che ha
causato morti sospette su più di cinquecento persone. Frachon è
interpretata dalla splendida Sidse Babett Knudsen, davvero bravissima,
in grado di essere dura quanto sensibile, energetica quanto
professionale. La regista Emmanuelle Bercot dà una buona lettura
alla storia della "Erin Brockovich francese" lavorando su
di un film di denuncia, di impegno sociale e professionale. Ciò che
emerge è di disarmante attualità (i fatti sono realmente accaduti
oltralpe tra il 2009 ed il 2010 e molti pazienti sono tuttora in
attesa della causa legale e dei relativi danni richiesti alla
Servier), così come vanno sottolineati il coraggio e la
determinazione di una donna che, in nome dei suoi ideali e della sua
etica professionale, sceglie di lottare contro i poteri forti,
nonostante le numerose e continue difficoltà, per tutelare in primis
la salute delle persone. Dopo aver coinvolto il gruppo di ricerca del
piccolo ospedale in cui lavora, Frachon ed i suoi ipotizzano la
possibilità di una correlazione di causa-effetto tra il farmaco e le
valvulopatie da cui i pazienti vengono colpiti. Ha inizio così una
guerra impari fra il piccolo team bretone, il Ministero della Salute
e soprattutto il colosso farmaceutico che lo commercializza,
dall'inizio titubante fino all'esplosione mediatica del caso. Il film
della Bercot, che voleva fare il medico come suo padre, è diretto e
coinvolge in prima persona lo spettatore nelle paure dei protagonisti
e nella loro sete di giustizia. Non mancano aspetti
eccessivamente romanzati della storia, a cominciare dalla famiglia
della stessa Frachon, famiglia che si divide tra la passione per la
musica ed un marito che appare tutto dipinto a suo vantaggio. In ogni caso
la pellicola è assolutamente consigliata sia per l'opera in sé e
sia per l'ottimismo che trasmette. “Il mondo è un
posto pericoloso in cui vivere, non a causa di coloro che compiono
azioni malvagie, ma a causa di coloro che stanno a guardare senza
fare niente” sosteneva Albert Einstein. Una frase che Frachon sente
sua e che sarà la spinta per la sua battaglia.
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