giovedì 30 marzo 2023

In memoria di Giuseppe Lo Presti

 

 
 
Eugenio Colorni
 
Vi sono parole che abbiamo ritegno di adoperare a proposito di Giuseppe Lopresti, solo perché troppo usate nella pietosa retorica dei necrologi. Egli era veramente – e non solo oggi dopo il suo martirio – il migliore, il più serio, il più sensato, il più profondamente puro dei nostri giovani. Aveva 25 anni. Laureato in giurisprudenza, iscritto al secondo anno di filosofia, di una intelligenza aperta a ogni problema della cultura, con un appassionato interesse per i problemi religiosi, si può dire che tutte le vie gli erano aperte. Si era avvicinato a noi con estrema naturalezza, come a una compagnia a cui avesse da lungo tempo appartenuto. Non sentimmo in lui un’ombra di lontananza e di distacco, per il fatto che era cresciuto in clima fascista. In lui cominciammo ad apprezzare e ad amare questa meravigliosa nuova generazione che oggi combatte al nostro fianco, e che sembra passata come per incanto attraverso i venti anni di fascismo, senza insozzarsene; riportandone anzi un più profondo bisogno di vita intensamente e coscientemente vissuta. Beppe ci aveva avvicinato a questo mondo dei giovani cui siamo ormai così indissolubilmente legati; di questo mondo egli era, in qualche modo, il portavoce e il simbolo.
Nella nostra organizzazione militare si era immediatamente distinto come uno degli elementi più sicuri ed efficienti. Gli erano stati affidati incarichi di estrema fiducia. Benché giovane, benché da poco tempo a contatto con noi, era uno dei nostri capi. E a queste difficili e rischiosissime mansioni sopperiva con totale tranquillità, senza la minima presunzione, con quella modesta allegria che è propria dei forti, cioè degli uomini che hanno la coscienza tranquilla. L’obbligo di sacrificarsi e di fare totale gettito della propria persona, era per lui qualche cosa di evidente, su cui non era neppure il caso di discutere. E lo dimostrò sotto la tortura nazista, assumendo su di sé anche tutta la responsabilità degli altri.
Lo avevamo visto pochi minuti prima del suo arresto, preoccupato per una situazione che andava aggravandosi, intento a prendere tutte le disposizioni per salvare ciò che poteva ancora essere salvato. Non potremo mai dimenticare il suo volto attento e pensoso già presago della morte che lo attendeva. I fascisti godono delle loro inumane vendette: ma c’è una cosa che non sapranno mai, perché non hanno la levatura morale necessaria per comprenderla: cioè di quali valori umani, di quali ricchezze spirituali coi loro ciechi colpi ci privano. Ma questo che è il motivo del nostro cocente dolore, è anche il nostro massimo titolo di orgoglio.
Questo testo uscì postumo sull’Avanti! del 19 agosto 1944
 
 
Giovanni Carpinelli, Il ricordo di Claudio Pavone  
 
Giuseppe Lo Presti era con Claudio Pavone il vice di Eugenio Colorni alla direzione dell'Avanti! a Roma. Claudio Pavone si ricordava di lui. Una volta mi portò a visitare il mausoleo delle Fosse Ardeatine e mi indicò una certa tomba come quella di una persona che aveva conosciuto. Ne scrisse poi nelle sue Memorie. "Più volte ricorre nel libro il nome, il ricordo di Giuseppe Lopresti: un suo caro amico, compagno fraterno di studi e di banco, già dalle prime classi del ginnasio Tasso di Roma ed ancora allo stesso liceo. Poi, all’Università di Roma alla Facoltà di Giurisprudenza. Con lui condivise momenti e difficili scelte nei 45 giorni dal 25 luglio all’8 settembre del 1943, quindi l’adesione alla militanza clandestina romana. Claudio Pavone definisce Giuseppe Lopresti “un giovane di straordinaria nobiltà e di finezza d’animo”.
 
 
Giuseppe Lo Presti, Testimonianza
 
Prima della cattura, sapendo di dover morire, scrisse: “Questa notte il respiro si è fatto più faticoso, il battito del cuore più debole. Con uno sforzo sono riuscito ad alzarmi dal letto, ad avvicinarmi al tavolo e a sedermici davanti: il gatto, svegliato dai miei movimenti, ha stirato svogliatamente le zampe anteriori, incominciando a fare le fusa; …forse continuerà anche dopo. Prima di arrivare alla poltrona ho battuto contro lo spigolo del tavolo, ma non ho avvertito alcun dolore. Sono certo che non durerà molto, per questo ho ceduto all’impulso di venire a scrivere, scrivere per non dare un ultimo saluto alla vita, il che non m’interessa, bensì perché mi tormenta l’idea di scomparire completamente dal mondo: ho speranza che, facendo questo, riuscirò a far sopravvivere qualcosa di me, dopo che sarà accaduto ciò che irrimediabilmente deve accadere…”.
 
 
LO PRESTI Giuseppe

Luogo di nascita: Roma (RM)

Medaglia d'oro al valor militare

Medaglia d'oro al valor militare

Cenni storici e normativa dell'onorificenza

Partigiano combattente

Data del conferimento: 1944

Alla memoria

motivazione:

Con l’ardore della giovinezza e l’audacia dei forti accorse all’appello della Patria. Ispettore di zona, presente sempre nelle imprese più rischiose, si distingueva per la calma fredda e il valore insuperabile. Animatore infondeva la fede nell’animo dei dubbiosi e li trascinava nelle azioni più ardite. Mentre con nobile senso di altruismo tentava di mettere in salvo un compagno minacciato di arresto, veniva egli stesso catturato e trascinato nel covo di via Tasso. Ripetutamente sottoposto alle più inumane sevizie trovava nella propria fede la forza per resistere e tacere fieramente, salvando così la vita dei suoi compagni di lotta. Il piombo nemico, alle fosse Ardeatine, troncò la eroica e breve esistenza. Roma, 8 settembre 1943 -24 marzo 1944.



 

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