Gianni Oliva, Il giovane editore che scommette sui libri di carta e racconta vezzi, gusti e manie dei collezionisti, La Stampa Torinosette, 29 gennaio 2021
Un
libro che ha il profumo delle bancarelle dei portici di via Po e di
piazza Carlo Felice, l'odore delle pagine sfogliate, rilette, meditate: a
metà strada tra autobiografia intellettuale e ricostruzione d'ambiente,
"La compagnia del libro" di Giovanni Carpinelli (edizioni Raineri
Vivaldelli) è una stimolante cavalcata tra i libri di seconda mano e i
loro significati. La trama è essenziale e segue le vicende
imprenditoriali di Marco, che ha il coraggio di iniziare un'attività
libraria quando la stagione del cartaceo sembra esaurita, ottiene
risultati insperati abbinando la vendita diretta con quella on line, e
la ramifica creando un'editrice per ripubblicare "testi in attesa di
resurrezione": con lui sono gli amici del banco al mercato di piazza
Nizza, Valentina, impiegata al Circolo dei Lettori; Giacomo,
commercialista agiato con studio precollinare; e Giovanni, l'autore,
professore universitario in pensione. Il messaggio di questa piccola
storia di vita è semplice: bisogna avere il coraggio di credere nel
futuro e rigenerarsi, senza cedere all'"isolamento rancoroso della
nostalgia". Ma il fascino del volume (130 pagine che si leggono in un
fiato) risiede soprattutto nella rassegna dei volumi che passano sulla
bancarella, nei gusti variegati di coloro che li raccolgono nelle
proprie biblioteche, negli interessi fluttuanti dei compratori. Nei
grandi lotti di libri che eredi frettolosi cedono a Marco per sgomberare
i locali, scorre la storia delle attitudini culturali italiane
dell'ultimo secolo: le prime edizioni da collezionista de "il
Gattopardo" o "Se questo è un uomo", la grafica fascista di Gino
Boccasile o Marcello Dudovich, le serie di Georges Simenon, i cataloghi
di Frassinelli ripresi da Adelphi, i tascabili Bur e Oscar Mondadori, la
letteratura di consumo di Dan Brown o della Rowling.
Lettore
attento e appassionato, Carpinelli dissemina il racconto di commenti di
spessore (a proposito di Simenon, parla di "stile sfumato" che "avvicina allo spettacolo della vita, senza mai arrivare ad
impadronirsi del senso"), ma soprattutto celebra la forza del libro:
"il libro narra una vicenda esemplare, oppure strana, oppure
appassionante. Contiene versi capaci di mutare l'immagine del mondo. O
riflessioni profonde, o formule divertenti". Soprattutto, il libro è una
compagnia che "ti può cambiare la vita" perché dentro "ci trovi il
mondo". —