sabato 7 marzo 2020

Apollinaire, la contessina e il lupo






















Prima di tutto ci sono questi "mirabili versi" (Mario Richter, Apollinaire, Il Mulino, Bologna 1990, p. 255):

LA CHIAMAVANO LOU

Ci sono lupi di ogni sorta
Io conosco il più inumano
Il cuor mio il diavolo una volta
Se lo trascini alla sua porta
Come un trastullo ce l'ha in mano.

I lupi un dì eran pecorelle
Fedeli come cuccioloni
E vagheggiando le lor belle donne
Anche i soldati grazie a quelle
Non eran meno giuggioloni.

Ma i tempi sono peggiorati
I lupi sono tigri in genere
E Imperi e Cesari e Soldati
Oggi Vampiri diventati
Non men crudeli son di Venere.

Così Rouveyre mi son deciso
E in groppa al mio destriero op là
Vo a guerreggiar casto e nel viso
Senza pietà e senza un sorriso
Come i guerrieri che Epinal

Vendeva Legni popolari
Che Georgin incise con forza
Dove sono i più bei militari
Quei soldaton Dove le guerre
Dove le guerre d'una volta
(traduzione di Giorgio Caproni)

C'EST LOU QU'ON LA NOMMAIT

Il est des loups de toute sorte
Je connais le plus inhumain
Mon cœur que le diable l'emporte
Et qu'il le dépose à sa porte
N'est plus qu'un jouet dans sa main.

Les loups jadis étaient fidèles
Comme sont les petits toutous
Et les soldats amants des belles
Galamment en souvenir d'elles
Ainsi que les loups étaient doux

Mais aujourd'hui les temps sont pires
Les loups sont tigres devenus
Et les Soldats et les Empires
Les Césars devenus Vampires
Sont aussi cruels que Vénus

J'en ai pris mon parti Rouveyre
Et monté sur mon grand cheval
Je vais bientôt partir en guerre
Sans pitié chaste et l'œil sévère
Comme ces guerriers qu'Épinal

Vendait Images populaires
Que Georgin gravait dans le bois
Où sont-ils ces beaux militaires
Soldats passés Où sont les guerres
Où sont les guerres d'autrefois
Guillaume Apollinaire (1880 - 1918)

Sul poeta ci sarebbe molto da dire, e sulla sua visione della donna. Quello che ogni lettore è in grado di cogliere senza tante mediazioni è la naturalezza del testo. Come spesso accade in Apollinaire a dominare è una apparente noncuranza o leggerezza che dir si voglia. Per questo il riferimento quasi ossessivo al lupo nel testo può stupire il lettore italiano. La spiegazione è semplice, anche se molte volte manca nelle note dei traduttori. Come è noto Lou era il nomignolo con il quale veniva chiamata la contessina Geneviève-Marguerite-Marie-Louise de Pillot de Coligny-Châtillon: sfilza di appellativi tra i quali spicca Coligny, sì, proprio lui, Coligny, l'ammiraglio protestante ucciso nella notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572). Si chiamava Gaspard e sua figlia Louise andò sposa in seconde nozze a Guglielmo d'Orange (di lei si è occupata Eliana Bouchard in un romanzo, Louise. Canzone senza pause, Bollati Boringhieri 2008). Chiusa la lunga parentesi, veniamo al punto: Lou in francese ha lo stesso suono di «loup», cioè «lupo». Ora il lupo di Apollinaire nella poesia non è esattamente un lupacchiotto, è diventato addirittura una tigre. Un certo sadismo vendicativo scorre in effetti tra i versi. Vendicativo e ironico, affettuoso in fondo. Magico.

https://machiave.blogspot.com/2014/09/apollinaire-lamore-per-lou.html

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