Giuliana Polenta
Per
Klee e per i suoi studiosi, come ad esempio per Maurice Merleau-Ponty,
l’occhio brucante dello spettatore non può fermarsi alla visione
retinica dell’opera d’arte ma [deve] aprirsi “alla visione e non al
veduto, alla genesi, a quell’evento della visione che precede la logica
della verità e della falsità.
Klee procede per sottrazione: l’oggetto rappresentato mira all’essenza e così “nel mosaico l’artista pone un triangolo a coronamento di un rettangolo, e ne nasce una casa; sovrappone a un quadrato un semicerchio e l’insieme si rivela e appare una moschea; (…) il cerchio si rivela come il sole, il semicerchio come la luna, una macchia di tratti rapidi e leggeri come fiori e cespugli”. In Klee la scomposizione non è distruzione della forma ma considerazione di segmenti dell’oggetto per meglio comprendere il rapporto tra livelli di figure rappresentate.
Klee procede per sottrazione: l’oggetto rappresentato mira all’essenza e così “nel mosaico l’artista pone un triangolo a coronamento di un rettangolo, e ne nasce una casa; sovrappone a un quadrato un semicerchio e l’insieme si rivela e appare una moschea; (…) il cerchio si rivela come il sole, il semicerchio come la luna, una macchia di tratti rapidi e leggeri come fiori e cespugli”. In Klee la scomposizione non è distruzione della forma ma considerazione di segmenti dell’oggetto per meglio comprendere il rapporto tra livelli di figure rappresentate.
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