giovedì 6 aprile 2017

Ero e Leandro, un mito



Emiliano Vincenzo Toppi, Idee per una storia culturale del nuoto, Aqa, n. 2, luglio-dicembre 2016


Un libro originale e dalla scrittura sapiente ci introduce alla storia del nuoto attraverso le arti, la letteratura, la filosofia, il cinema. “L’ombra del Massaggiatore Nero. Il nuotatore, questo eroe” di Charles Sprawson. Il testo comparve  a Londra nel 1992 e venne pubblicato in traduzione italiana nel 1995 e di nuovo nel 2000, nella prestigiosa collana che porta il nome della casa editrice stessa. Si tratta di un “libro meravigliosamente poetico”, come ha scritto Oliver Sacks, che tratta della pratica natatoria e del suo intrecciarsi con la storia culturale occidentale e non solo. Del significato che il nuoto ha quindi assunto nella classicità, passando per Byron e Goethe, fino ad arrivare ai nostri giorni. Il lettore viene trasportato dall’eleganza di una scrittura sapiente verso territori culturali ancora quasi inesplorati o comunque sconosciuti ai più, offrendo stimoli ed informazioni preziose anche a chi volesse compiere ulteriori ricerche. […]
… la cultura classica ci offre un mito stupendo, tornato più volte nella letteratura occidentale. Si tratta del mito di Ero e Leandro. che narra della tragica vicenda di questi due amanti. Leandro viveva ad  Abido, località che sorge sul fronte asiatico dello stretto dei Dardanelli, nell’attuale Turchia [anatolica]. Ogni sera attraversava a nuoto lo stretto, anticamente chiamato Ellesponto (nel tratto più breve tra le due sponde ci sono solo 1250 metri) per raggiungere la sua amata Ero, sacerdotessa di Afrodite a Sesto. Ero, per aiutarlo ad orientarsi, teneva accesa una lucerna. Una notte una tempesta spense la lucerna e Leandro, disorientato, affogò nel mare. La mattina dopo Ero vide il corpo di Leandro vicino agli scogli e, distrutta dal dolore, si gettò da una torre dove stava, per raggiungere il suo amato e condividerne la sorte.
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Al tragico mito fa già riferimento Ovidio nelle Eroidi, ma si deve soprattutto a Museo Grammatico (V o VI secolo d. C.) l’averlo reso celebre, grazie al suo poemetto in esametri. Il mito venne poi ripreso da Dante nel XXVIII canto del Purgatorio e da molti altri autori della cultura occidentale [in particolare da Marlowe], suscitando anche l’interesse di George Byron:
“Nel maggio del 1810 lord Byron, giunto a Smirne dopo un soggiorno ad Atene in un’atmosfera di torpore e di sensualità tutti orientali, proseguendo il viaggio verso Costantinopoli volle fermarsi […] E là lo colse il desiderio di ripetere l’impresa di Leandro che quel mare aveva attraversato per giungere tra le braccia dell’amata Ero. Da questa esperienza […] sortì quel “pezzo d’occasione” Written after swimming from Sestos to Abydos.
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Dante, Purgatorio, XXVIII, 70-75
Tre passi ci facea il fiume lontani;
ma Elesponto, là ’ve passò Serse,
ancora freno a tutti orgogli umani, 72
più odio da Leandro non sofferse
per mareggiare intra Sesto e Abido,
che quel da me perch’allor non s’aperse. 75
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Marlowe, Ero and Leander, 1598, incipit
On Hellespont, guilty of true-love’s blood,
In view and opposite two cities stood,
Sea-borderers, disjoined by Neptune’s might;
The one Abydos, the other Sestos hight.
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https://englishhistory.net/byron/poems/written-after-swimming-from-sestos-to-abydos/

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