Apro La Stampa, mi tuffo nella cronaca di
Torino, sorpresa: c'è a pagina 50 un articolo sul bar Pietro, che si trova in
via San Domenico 24bis. Prima non era lontano dal Tribunale, ora è vicino al
Polo del Novecento. Pietro, l'antica anima del locale, parla piemontese e
sembra aver insegnato il sardo alla moglie. Poi vengono la contaminazione
veneziana, Giovanna, Filippo, lo spritz. Certo, è andata così. Quasi una storia
banale alla fine. Infine arrivano gli aneddoti. Viene voglia di intonare quella
vecchia canzone di Leo Ferré,
quella che dice:
Avec le temps, va, tout s'en va
On oublie le visage et l'on oublie la voix
Le coeur, quand ça bat plus,
C'est pas la pein' d'aller chercher plus loin
Faut laisser faire et c'est très bien
Avec le temps...
Avec le temps, va, tout s'en va
Col tempo, col tempo tutto se ne va
Ti dimentichi il viso ti dimentichi la voce e il cuore quando non batte più
Non vale la pena di andare a cercar lontano
Bisogna lasciar perdere e va bene così
Col tempo ...
Col tempo tutto se ne va
Ti dimentichi il viso ti dimentichi la voce e il cuore quando non batte più
Non vale la pena di andare a cercar lontano
Bisogna lasciar perdere e va bene così
Col tempo ...
Col tempo tutto se ne va
Già, col tempo. Fatto sta che, qui e adesso, il tempo non ha ancora compiuto la sua opera distruttrice e, tra i muri del bar, circola un'aria diversa. No, no, non quella della tabula rasa. Intanto qui una lavagna c'è e sopra c'è la storia minuta del bar, una storia che passa e va come i disegni di Filippo.
Poi le parole non sono tutto, quattro parole in un articolo di giornale passano e vanno anche loro come tutto il resto. Gli aneddoti, le facce, le parole scambiate in questo o quel dialetto, o lingua.
Oltre le parole c'è la storia incorporata dietro le maschere dei singoli protagonisti. Non sarà forse mai raccontata. Richiederebbe un libro con molti capitoli. Duecento pagine non basterebbero, ce ne vorrebbero altre cento e poi altre cento. Perché ci sono le persone, i cani, gli amici di Venezia e quelli di Torino, e i sardi che continuano a frequentare il locale. Allora forse si capirebbe il segreto del bar. Perché non è un posto tra gli altri. Perché lì la vita ha cercato di ritrovare se stessa in un mutato contesto, con Pietro, con Giovanna, con Filippo. Altro che Pre/tesTo. C'entra pure Pre/tesTo, ma bisogna andare oltre. Dentro la vita che tra i muri del bar riacquista senso, sera dopo sera. Un senso che sfugge al viaggiatore frettoloso. E che invece balugina tra i tavoli come se fosse un'intrusa. Una frase fatta diceva e dice: Cherchez la femme. Al bar Pietro quella frase cambia e diventa: Cherchez la vie, elle est là, sous vos yeux.
Avec le temps, va, tout s’en va
Col tempo, va via, tutto se ne va via
On oublie le visage et l’on oublie la voix
ci si dimentica dei volti e della voce
Le coeur, quand ça bat plus,
il cuore, quando non batte più,
C’est pas la pein’ d’aller chercher plus loin
non vale la pena di andare a cercare più in là
Faut laisser faire et c’est très bien
bisogna lasciar stare e va bene così
Avec le temps…
con il tempo...
Read more http://www.infonotizia.it/avec-le-temps-leo-ferre-testo-francese-traduzione-italiano/
Col tempo, va via, tutto se ne va via
On oublie le visage et l’on oublie la voix
ci si dimentica dei volti e della voce
Le coeur, quand ça bat plus,
il cuore, quando non batte più,
C’est pas la pein’ d’aller chercher plus loin
non vale la pena di andare a cercare più in là
Faut laisser faire et c’est très bien
bisogna lasciar stare e va bene così
Avec le temps…
con il tempo...
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