Che Vigée Lebrun fosse monarchica, non è un
fatto che dovrebbe offrire motivo di scandalo. La bella e giovane
pittrice a cui vanno le preferenze della regina sua coetanea si
identifica con il mondo dei suoi quadri. Ma la sintonia di fondo non
spiega tutto. C’è tutta una evoluzione nel modo di rappresentare la
regina da parte della pittrice. All’inizio prevale la distanza. Maria
Antonietta ha la testa incipriata con i capelli che si colorano di un
grigio azzurro. Poi ci fu il quadro con la regina che, ricoperta da una
stoffa leggera, teneva in mano una rosa. Era più vero, ma parve
scandaloso e ne fu prodotta una versione più accettabile (vedi sotto). I
pennacchi sul cappello o l’immagine della madre rappresentano il
ricorso a motivi scontati nella ricerca del prestigio e della
popolarità. Stupefacente invece è il ritratto dipinto a memoria del
1800. Lì compare una Maria Antonietta per nulla conforme alla sua
immagine regale. Abbiamo a che fare con una donna che sembra aver
riscoperto se stessa in un’altra vita, finalmente. L’acconciatura e la
camicia appartengono a un tempo successivo, era quello lo stile adottato
dalle grandi dame al tempo del Direttorio e poi dell’Impero. Compaiono
in altri dipinti di quel tempo infatti, si pensi alla Madame Hamelin di
Appiani (1798) o alla Madame de Staël, raffigurata come Corinna (1808), della stessa Vigée Lebrun.
Vigée-Lebrun ‹viˇʃé lbrö̃´›, Élisabeth-Louise. – Pittrice (Parigi 1755 – ivi 1842). Figlia e allieva del pittore Louis Vigée (1715–1767), ritrattista e autore di pastelli, professore all’Accademia, ebbe proficui contatti con J.-B. Greuze e J. Vernet. Ebbe un rapido successo come ritrattista dell’alta società, grazie alla naturalezza e alla vitalità dei suoi ritratti. Divenuta ritrattista ufficiale di Maria Antonietta, grazie alla sua protezione fu accolta nell’Academie royale de peinture, presentando un dipinto di storia, La Pace riporta l’Abbondanza (Louvre). A causa dei suoi legami con la nobiltà, nel 1789 lasciò la Francia: fu in Italia, in Austria e in Russia, dove proseguì la sua attività artistica e fu accolta in diverse accademie. Tornata per breve tempo a Parigi (1802–05), partì poi per l’Inghilterra, i Paesi Bassi, la Svizzera. Pittrice aggiornata e alla moda, trattò con grazia e destrezza varie tipologie di ritratto nel gusto del tempo (Hubert Robert, 1788, e Autoritratto con la figlia, 1789, Louvre; M.me de Staël come Corinna, 1808, Ginevra, Musée d’art et d’histoire). (Treccani)
Elisabeth Vigée-Lebrun ritrasse Maria Antonietta una trentina di volte. Ecco alcune delle opere in questione.
Ritratto postumo, 1800 |
Jérémie Benoît
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C'est en l'année 1779, ma chère amie, que j'ai fait pour la première fois le por- trait de la reine, alors dans tout l'éclat de sa jeunesse et de sa beauté. Marie- Antoinette était grande, admirablement bien faite, assez grasse sans l'être trop. Ses bras étaient superbes, ses mains peti- tes, parfaites de forme, et ses pieds char- mants. Elle était la femme de France qui marchait le mieux ; portant la tète fort élevée, avec une majesté qui faisait recon- naître la souveraine au milieu de toute sa Cour, sans pourtant que cette majesté nui- sit en rien à tout ce que son aspect avait de doux et de bienveillant. Enfin il est très difficile de donner, à qui n'a pas vu la Reine, une idée de tant de grâces et de tant de noblesse réunies. Ses traits n'étaient point réguliers; elle tenait de sa famille cet ovale long et étroit particulier à la nation autrichienne. Elle n'avait point de grands yeux; leur couleur était presque bleue; son regard était spirituel et doux, son nez fin et joli et sa bouche pas trop grande, quoique les lèvres fussent un peu fortes. Mais ce qu'il y avait de plus remarquable dans son visage, c'était l'éclat de son teint. Je n'en ai jamais vu d'aussi brillant, et brillant est le mot: car sa peau était si transparente qu'elle ne prenait point d'om- bre. Aussi ne pouvais-je en rendre l'effet à mon gré : les couleuis me manquaient pour peindre cette fraîcheur, ces tons si fins qui n'appartenaient qu'à cette charmante figure et que je n'ai retrouvés chez aucune autre femme.
Souvenirs de Madame Vigée-Le Brun
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And then I started reading the memoir of Elisabeth Vigée-Lebrun. Elisabeth Vigée-Lebrun was the court painter to Marie Antoinette. And when Marie Antoinette lost her head to the guillotine, somehow Elisabeth Vigée-Lebrun managed to escape to the court of Russia. I keep thinking her life would make an incredible musical comedy or movie”.
E ora veniamo al secondo:
Elisabeth Vigée-Lebrun ha anche lasciato una traccia nei romanzi di Erica Jong. Ricorre in Paura di volare e in Ballata di ogni donna. Ecco un estratto dal primo romanzo:
“I was in Provence, and we were staying in a tiny town called
Grillon, and it was right near the castle of Grignan. And that’s where
Mme. de Sevigny’s daughter lived with her husband, and that’s where her
mother came and wrote many of those famous letters. Since the first
thing we did was go to the castle, I picked up a Penguin edition of the
letters of Mme. De Sevigny and I read them. And they’re pretty juicy.
And they’re letters by a woman of a certain age, giving advice to her
married daughter and a ton of other people. She knew Voltaire. She seems
to have had flirtations with all the great men of her age. She had a
famous salon in Paris. She was also a bitchy mother, I think, who wanted
her daughter to do absolutely everything she said. And of course her
daughter wouldn’t.And then I started reading the memoir of Elisabeth Vigée-Lebrun. Elisabeth Vigée-Lebrun was the court painter to Marie Antoinette. And when Marie Antoinette lost her head to the guillotine, somehow Elisabeth Vigée-Lebrun managed to escape to the court of Russia. I keep thinking her life would make an incredible musical comedy or movie”.
E ora veniamo al secondo:
« Eccoti di nuovo a Parigi, a dipingere alla corte napoleonica, pubblichi i tuoi Souvenirs e
muori a ottantasette anni. Che vita! Se Vigée-Lebrun è riuscita a
cavarsela durante la Rivoluzione francese, perché dovrei gettarmi alla
cieca tra le braccia di Danny Doland?
“Caro,” dissi, “hai mai letto le memorie di Elisabeth Vigée-Lebrun?”
“Lebrun? Lebrun? E chi era costei, tesoro? [= Who was she, sugar?]
“La pittrice di corte di Maria Antonietta, e poi alla corte di Napoleone… una pittrice che visse del suo pennello e riuscì a sopravvivere in tempi molto difficili.”
“Non faceva quei ritratti femminili tanto carini?”
“Mmm,” risposi io»
“Caro,” dissi, “hai mai letto le memorie di Elisabeth Vigée-Lebrun?”
“Lebrun? Lebrun? E chi era costei, tesoro? [= Who was she, sugar?]
“La pittrice di corte di Maria Antonietta, e poi alla corte di Napoleone… una pittrice che visse del suo pennello e riuscì a sopravvivere in tempi molto difficili.”
“Non faceva quei ritratti femminili tanto carini?”
“Mmm,” risposi io»
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