Huey Long (1893-1935) was a powerful Louisiana governor and U.S. senator. A successful lawyer, he rose through the ranks of the Louisiana government to take over the state’s top post in 1928. The charismatic Long dominated virtually every governing institution within Louisiana, using that power to expand programs for underdeveloped infrastructure and social services. He entered the U.S. Senate in 1935, where he developed a fervent following for his promises of a radical redistribution of wealth. Long had launched his own national political organization and was prepared to run for the presidency when he was killed by the son-in-law of a political opponent. (http://www.history.com/topics/huey-long)
Alessandro Casiccia
Sulla personalità di Huey Long e i tratti caratterizzanti la sua storia, si è riaccesa nel 2017 l’attenzione della stampa e in genere dei media. Facendo ampio ricorso all’abusata espressione “populismo”, sono stati operati accostamenti e si son volute trovare analogie diverse: sul piano storico, con l’esperienza successiva di George Wallace (che già abbiamo visto) e ancor più con quella attuale di Donald Trump; sul piano letterario un riferimento ricorrente è con il romanzo di Sinclair Lewis It can’t happen here, tradotto una prima volta in Italia come Qui non è possibile e recentemente ristampato con il titolo Da noi non può succedere. La storia è quella di un politico carismatico e demagogico che riesce a raggiungere la presidenza promettendo di fare grande l’America varando grandi riforme sociali; e finisce con l’instaurare una dittatura personale incarcerando gli avversari e deformando l’”eccezione” americana.
Dal
romanzo si trassero un’opera teatrale nel 1936, e un ilm TV nel 1968.
Ma ispirato alla vicenda di Long fu anche il romanzo di Robert Penn
Warren Tutti gli uomini del re: da cui un film di Robert Rossen
nel 1949 e uno di Steven Zaillian nel 2006. Si narra l’ascesa e la
caduta di un politico che prima diviene governatore di uno stato del sud
e aumenta la sua popolarità sollevando dalla miseria i diseredati ma
poi viene trascinato in un vortice di compromessi e corruzione da cui
nessuno potrà salvarlo. E finisce assassinato. (Il titolo viene da una
filastrocca per bambini introdotta da Lewis Carrol nella seconda storia
di Alice.)
E’
probabile però che le elaborazioni letterarie e cinematografiche della
parabola Huey Long non ne abbiano realmente colto il senso. Ma
soprattutto impropri oltremodo sono gli attuali accostamenti a Trump. Le
riforme introdotte nei primi anni trenta dal governatore della
Louisiana riguardarono l’occupazione, la sicurezza sociale, la
progressività del prelievo fiscale, la ridistribuzione della ricchezza (Share our wealth
fu denominato un suo programma). La sanità, e l’istruzione divennero
gratuite. E poterono trarne vantaggio non solo i bianchi disagiati ma
anche gli afroamericani. Quest’ultimo punto fu quello che irritò i
membri del Ku Klux Klan, normalmente favorevoli, nel Sud, al Partito
Democratico. Quanto ciò possa poi contribuire a far più luce
sull’attentato è impossibile dirlo. Troppo tempo è passato. Forse
l’atteggiamento pesantemente critico di parte del mondo intellettuale e
politico su esperienze di quel tipo è anche riconducibile al classico
tema dell’intervento pubblico nell’economia. Presenza che da un lato
stava per attuarsi in misura seppur limitata nel corso del New Deal, ma
d’altro lato appariva (e soprattutto oggi appare) difficilmente
compatibile con le versioni convenzionali della cultura puritana. Ma
ancor più incompatibile con l’ “antistatalismo” neoliberista
pervicacemente dominante. Nonostante tutto.
http://www.wtnews.it/4403/rubriche/tutti-gli-uomini-del-re
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