Claude Lorrain |
Claude Lorrain |
Claude Lorrain |
John Keegan, La seconda guerra mondiale, trad. di E. Peru, Carocci, Roma, 1989
Le perdite, le condizioni del terreno e la stagione invernale imposero a Natale del 1944 una sosta nella campagna d'Italia. Era stata una spaventosa serie di combattimenti, quasi fin dalle prime ottimistiche settimane dopo lo sbarco e l'avanzata nelle regioni meridionali di sedici mesi prima. Le spettacolari bellezze d'Italia, sia quelle naturali, sia quelle realizzate dall'uomo, i suoi panorami di rupi e villaggi in vetta alle montagne, di castelli in rovina e di fiumi dal corso tumultuoso, costituivano una minaccia costante per i soldati mandati alla conquista. I pittori che con i loro quadri avevano deliziato i collezionisti europei, avevano lasciato ai generali che avessero avuto un po' d'occhio una serie di moniti sulle difficoltà che avrebbe incontrato un esercito nell'attraversare i territori da loro raffigurati, in particolare un esercito moderno con molta artiglieria al seguito e veicoli su ruote e cingolati. I paesaggi di montagna e le scene di battaglia dipinti da Salvator Rosa parlavano da soli. Le vedute ingannevolmente serene delle dolci pianure e delle distanze azzurrine di Claude Lorrain erano altrettanto piene di minacce; dipinte da punti dominanti che qualunque ufficiale d'artiglieria avrebbe scelto come osservatorio, esse dimostravano al primo colpo d'occhio quanto facilmente e regolarmente i difensori in Italia potessero dominare il terreno,e quale ricchezza di ostacoli poteva offrire il paese, con i suoi fiumi, laghi, colline isolate, contrafforti montagnosi e burroni improvvisi.
Salvator Rosa |
Salvator Rosa |
Salvator Rosa |
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