martedì 15 gennaio 2019

Quando regna la passione

Andrea Saderis

Simone Lorenzati
SADERIS E L'ESPRESSO ITALIA










Quando si entra all'Espresso Italia, bar pinerolese accanto all'omonimo e storico cinema, l'ultima cosa a cui si pensa è la musica. Locale piccolino, disposto sul lungo, con una seconda sala più piccola ancora che dà su di un cortile interno. Eppure, a dispetto delle dimensioni, il bar è ormai un cult per musicisti underground di tutto il mondo.
Sono ormai sei anni che faccio esibire artisti con regolarità, direi grossomodo una decina di concerti al mese” si presenta Andrea Saderis, titolare del locale sito in via Montegrappa 1. “Negli ultimi due anni hanno suonato oltre 320 gruppi o artisti” sciorina numeri in effetti notevolissimi in periodi di magrezza assoluta verso le performance live. Viene da chiedersi come sia possibile avere così tanti concerti, e con artisti di provenienza multipla, dalla Russia passando per la Francia, dagli Stati Uniti (Oregon e Tennessee) al Brasile, dall'Inghilterra alla Germania, e da moltissimi altri paesi. “Organizzo tutto io in prima persona. Passo le mie ore di pausa nel primo pomeriggio ad ascoltare il materiale degli artisti, per lo più quelli distanti ovviamente, che mi contattano per proporre la loro musica. Da lì seleziono con un doppio occhio: chi piace a me chi, soprattutto, ritengo in grado di suscitare interesse” prosegue Saderis. Insomma dalla passione per la musica a 360°, specie underground ovviamente, al farne un’opportunità per il proprio locale il passo è stato breve. E anche se è complicato gestire tutto da solo, l'amore per le sette note diventa preponderante. Il locale, poi, è pieno di fotografie di artisti live, di vinili appesi alle pareti e persino i tavolini hanno la forma degli strumenti musicali. “Devo dire che all'estero c'è più interesse verso la musica, anche per quella live. Specie, poi, nello sperimentare. Qui è molto diffusa la cultura del far suonare l'artista di casa, in modo da avere la pressoché totale certezza di riempire il locale. Ma non è la mia filosofia di vita” sottolinea.
L'idea che sta alla base di tutto, in sostanza, è quella di osare, di cambiare. E non capita solo all'Espresso Italia. “Mi pare si stia creando una sorta di circuito con locali simili al mio, che puntano sul musicista estero, o anche italiano, spesso non di nome, ma capace di diventare un ottimo animale da palcoscenico. Ed in effetti noto che gli artisti che vengono a suonare da me poi proseguono spesso la loro tournee toccando gli stessi club” rimarca Saderis.
E così altri artisti passeranno sul palco dell'Espresso Italia, sulle orme di Joe Victor, Giancane, Mahout, One man 100% Bluez, Al Right Gandhi, P.G. Petricca, Victor Rice, passando per l'ex Festival di Sanremo Tricarico e moltissimi altri (tra cui il compianto jazzista pinerolese Andrea Allione, artista di fama internazionale e già chitarrista di Paolo Conte). Cosa è migliorato nel corso degli anni è l'approccio del pubblico verso il musicista. “Rispetto ai primi tempi, effettivamente, c'è maggiore rispetto verso chi suona. Inizialmente molti parlavano, anche con tono elevato, tanti non ascoltavano, specie gli spettatori occasionali ovviamente. Adesso, invece, forse perché siamo ormai percepiti come un locale di nicchia, le serate sono sempre molto partecipate, e come numero di persone e come ascolto dei brani”.
La passione, tuttavia, è ciò che emerge dalle parole di Saderis: passione per la musica dal vivo innanzitutto. Senza quest'ultima non avrebbe senso sobbarcarsi una marea di costi, dai diritti d'autore al musicista, passando magari per l'hotel dell'artista, il tutto senza far pagare biglietti né maggiorando la prima consumazione. “Sono scelte di vita. Il mio è un lavoro che assorbe la quasi totalità del tempo. Non ho molto spazio per concedermi grossi lussi o semplicemente qualche viaggio. E allora unisco il lavoro alla mia curiosità musicale portando il mondo nel mio locale. La vivo come un'avventura anche dal punto di vista culturale”.
Insomma piccolo è bello parrebbe essere lo slogan. “Molti mi invitano ad aprire un locale più grande, che sicuramente agevolerebbe pubblico e musicisti. Ma perderemmo la nostra particolarità, la bellezza e direi persino la magia che pervade questi muri”. A ben guardare, poi, la stragrande maggioranza dei musicisti nasce proprio dai concerti nei piccoli club.
Spesso si crea un'empatia con l'artista, non è il classico arrivare, mangiare, suonare e andare via. Ci scambiamo impressioni e racconti di vita. Poi, una volta che inizia il concerto, quelle emozioni è bello vederle scambiate tra pubblico e musicista” continua Andrea Saderis. “Amo vedere i bambini ai concerti. Stanno incollati con gli occhi verso l'artista, perché vedere qualcuno suonare è infinitamente migliore che non limitarsi allo stare chiusi in casa. E poi, magari, può nascere una passione, e quel piccolo bambino inizierà a suonare la chitarra ad esempio. Io penso che la musica abbia una funzione sociale e culturale e mi approccio così alle sette note”. E in programma dal prossimo anno dovrebbero esserci anche dei piccoli spettacoli teatrali, con cabaret in primis. “Ma non rinuncerò alla musica live ovviamente. Attendo a breve diversi artisti, sulle orme di Zulù dei 99 Posse, che si è esibito recentissimamente da noi riscuotendo notevole successo” anticipa in conclusione Andrea Saderis.
Per continuare a vedere concerti dal vivo. Nonostante tutto.

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