Andrea Saderis |
Simone Lorenzati,
SADERIS
E L'ESPRESSO ITALIA
Quando
si entra all'Espresso Italia, bar pinerolese accanto all'omonimo e
storico cinema, l'ultima cosa a cui si pensa è la musica. Locale
piccolino, disposto sul lungo, con una seconda sala più piccola
ancora che dà su di un cortile interno. Eppure, a dispetto delle
dimensioni, il bar è ormai un cult per musicisti underground di
tutto il mondo.
“Sono
ormai sei anni che faccio esibire artisti con regolarità, direi
grossomodo una decina di concerti al mese” si presenta Andrea
Saderis, titolare del locale sito in via Montegrappa 1. “Negli
ultimi due anni hanno suonato oltre 320 gruppi o artisti” sciorina
numeri in effetti notevolissimi in periodi di magrezza assoluta verso
le performance live. Viene da chiedersi come sia possibile avere così
tanti concerti, e con artisti di provenienza multipla, dalla Russia
passando per la Francia, dagli Stati Uniti (Oregon e Tennessee) al
Brasile, dall'Inghilterra alla Germania, e da moltissimi altri paesi.
“Organizzo tutto io in prima persona. Passo le mie ore di pausa nel
primo pomeriggio ad ascoltare il materiale degli artisti, per lo più
quelli distanti ovviamente, che mi contattano per proporre la loro
musica. Da lì seleziono con un doppio occhio: chi piace a me chi,
soprattutto, ritengo in grado di suscitare interesse” prosegue
Saderis. Insomma dalla passione per la musica a 360°, specie
underground ovviamente, al farne un’opportunità per il proprio
locale il passo è stato breve. E anche se è complicato gestire
tutto da solo, l'amore per le sette note diventa preponderante. Il
locale, poi, è pieno di fotografie di artisti live, di vinili appesi
alle pareti e persino i tavolini hanno la forma degli strumenti
musicali. “Devo dire che all'estero c'è più interesse verso la
musica, anche per quella live. Specie, poi, nello sperimentare. Qui è
molto diffusa la cultura del far suonare l'artista di casa, in modo
da avere la pressoché totale certezza di riempire il locale. Ma non
è la mia filosofia di vita” sottolinea.
L'idea
che sta alla base di tutto, in sostanza, è quella di osare, di
cambiare. E non capita solo all'Espresso Italia. “Mi pare si stia
creando una sorta di circuito con locali simili al mio, che puntano
sul musicista estero, o anche italiano, spesso non di nome, ma capace
di diventare un ottimo animale da palcoscenico. Ed in effetti noto
che gli artisti che vengono a suonare da me poi proseguono spesso la
loro tournee toccando gli stessi club” rimarca Saderis.
E
così altri artisti passeranno sul palco dell'Espresso Italia, sulle
orme di Joe Victor, Giancane, Mahout, One man 100% Bluez, Al Right
Gandhi, P.G. Petricca, Victor Rice, passando per l'ex Festival di
Sanremo Tricarico e moltissimi altri (tra cui il compianto jazzista
pinerolese Andrea Allione, artista di fama internazionale e già
chitarrista di Paolo Conte). Cosa è migliorato nel corso degli anni
è l'approccio del pubblico verso il musicista. “Rispetto ai primi
tempi, effettivamente, c'è maggiore rispetto verso chi suona.
Inizialmente molti parlavano, anche con tono elevato, tanti non
ascoltavano, specie gli spettatori occasionali ovviamente. Adesso,
invece, forse perché siamo ormai percepiti come un locale di
nicchia, le serate sono sempre molto partecipate, e come numero di
persone e come ascolto dei brani”.
La
passione, tuttavia, è ciò che emerge dalle parole di Saderis: passione
per la musica dal vivo innanzitutto. Senza quest'ultima non avrebbe
senso sobbarcarsi una marea di costi, dai diritti d'autore al
musicista, passando magari per l'hotel dell'artista, il tutto senza
far pagare biglietti né maggiorando la prima consumazione. “Sono
scelte di vita. Il mio è un lavoro che assorbe la quasi totalità
del tempo. Non ho molto spazio per concedermi grossi lussi o
semplicemente qualche viaggio. E allora unisco il lavoro alla mia
curiosità musicale portando il mondo nel mio locale. La vivo come
un'avventura anche dal punto di vista culturale”.
Insomma
piccolo è bello parrebbe essere lo slogan. “Molti mi invitano ad
aprire un locale più grande, che sicuramente agevolerebbe pubblico e
musicisti. Ma perderemmo la nostra particolarità, la bellezza e
direi persino la magia che pervade questi muri”. A ben guardare,
poi, la stragrande maggioranza dei musicisti nasce proprio dai
concerti nei piccoli club.
“Spesso
si crea un'empatia con l'artista, non è il classico arrivare,
mangiare, suonare e andare via. Ci scambiamo impressioni e racconti
di vita. Poi, una volta che inizia il concerto, quelle emozioni è
bello vederle scambiate tra pubblico e musicista” continua Andrea
Saderis. “Amo vedere i bambini ai concerti. Stanno incollati con
gli occhi verso l'artista, perché vedere qualcuno suonare è
infinitamente migliore che non limitarsi allo stare chiusi in casa. E
poi, magari, può nascere una passione, e quel piccolo bambino
inizierà a suonare la chitarra ad esempio. Io penso che la musica
abbia una funzione sociale e culturale e mi approccio così alle
sette note”. E in programma dal prossimo anno dovrebbero esserci
anche dei piccoli spettacoli teatrali, con cabaret in primis. “Ma
non rinuncerò alla musica live ovviamente. Attendo a breve diversi
artisti, sulle orme di Zulù dei 99 Posse, che si è esibito
recentissimamente da noi riscuotendo notevole successo” anticipa in
conclusione Andrea Saderis.
Per
continuare a vedere concerti dal vivo. Nonostante tutto.
Nessun commento:
Posta un commento