martedì 26 dicembre 2023

Nell

 

In Victor Hugo la piccola Cosette (Les Misérables, 1862) ha qualcosa di ripugnante, è ossuta, mal vestita, piena di lividi, ha otto anni e sembra averne sei: "Tutta la persona di questa fanciulla, il suo incedere, il suo atteggiamento. il suono della sua voce, i suoi intervalli tra una parola e l'altra, il suo sguardo, il suo silenzio, ogni suo minimo gesto, esprimevano e traducevano una sola idea: la paura". Tutt'altra cosa questa Nell (abbreviazione di Helen, precisa Verne in nota), figura non meno romantica e tuttavia portatrice di una qualche estraneità al mondo ordinario delle cose e delle persone: un essere singolare, bizzarro e affascinante, un folletto di aspetto un po' soprannaturale, nientemeno.  


Jules Verne, Les Indes noires, 1877

 

Nell au cottage

Deux heures après, Harry, qui n’avait pas
aussitôt recouvré ses sens, et l’enfant, dont la
faiblesse était extrême, arrivaient au cottage avec
l’aide de Jack Ryan et de ses compagnons.
Là, le récit de ces événements fut fait au vieil
overman, et Madge prodigua ses soins à la pauvre
créature, que son fils venait de sauver.
Harry avait cru retirer un enfant de l’abîme...
C’était une jeune fille de quinze à seize ans, au
plus. Son regard vague et plein d’étonnement, sa
figure maigre, allongée par la souffrance, son
teint de blonde que la lumière ne semblait avoir
jamais baigné, sa taille frêle et petite, tout en
faisait un être à la fois bizarre et charmant. Jack
Ryan, avec quelque raison, la compara à un
farfadet d’aspect un peu surnaturel. Était-ce dû
aux circonstances particulières, au milieu
exceptionnel dans lequel cette jeune fille avait
peut-être vécu jusqu’alors, mais elle paraissait
n’appartenir qu’à demi à l’humanité. Sa
physionomie était étrange. Ses yeux, que l’éclat
des lampes du cottage semblait fatiguer,
regardaient confusément, comme si tout eût été
nouveau pour eux.
À cet être singulier, alors déposé sur le lit de
Madge et qui revint à la vie comme s’il sortait
d’un long sommeil, la vieille Écossaise adressa
d’abord la parole :
« Comment te nommes-tu ? lui demanda-t-
elle.
– Nell, répondit la jeune fille.
– Nell, reprit Madge, souffres-tu ?
– J’ai faim, répondit Nell. Je n’ai pas mangé
depuis... depuis... »


Traduzione di Giansiro Ferrata e Mario Spagnol, Oscar Mondadori, Milano 1971

Due ore dopo, Harry, che non aveva ripreso subito i sensi, e la piccola, che era in uno stato di estrema debolezza, arrivavano al cottage con l'aiuto di Jack Ryan e dei suoi compagni.
Là, ci si affrettò a fare il rescoconto degli ultimi avvenimenti al vecchio overman, mentre Madge si occupava della povera creatura che suo figlio aveva salvata.
Harry aveva creduto di portare con sé, dal fondo dell'abisso, una bambina. Era, in realtà, una giovinetta di quindici o sedici anni al più. Lo sguardo vago e pieno di stupore, il viso magro, allungato dai patimenti, la carnagione di bionda che la luce del giorno sembrava non aver mai sfiorato, la figurina minuta e fragile, tutto ne faceva un essere insieme bizzarro e incantevole. Jack Ryan la paragonò, non completamente a torto, a un folletto. Lo si dovesse o meno alle circostanze, certo è che la piccola non sembrava appartenere per intiero all'umanità. Aveva una ben strana espressione. Gli occhi, che sebravano affaticati dalla luce delle lampade, guardavano in modo vago come se tutto riuscisse loro nuovo.
A quell'essere bizzarro, che sul letto di Madge tornava alla vita come se uscisse da un lungo sonno, la vecchia scozzese fu la prima a rivolgere la parola:
"Come ti chiami?" domandò.
"Nell."
"Nell, riprese Madge, senti qualche male?"
"Ho fame", rispose Nell, "non mangio da... da..."


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