G.W.F. Hegel, Fenomenologia dello spirito, Prefazione (1807)
http://www.iisf.it/scuola/idealismo/Hegel_fen.htm
Del resto non è difficile a vedersi
come la nostra età sia un’età di gestazione e di trapasso; lo spirito ha rotto
i ponti con il mondo ultimo del suo essere e della sua immagine; esso sta per
inghiottire il suo essere e la sua immagine nel passato e si condensa nel
travaglio della sua concezione. Invero lo spirito non si trova mai in pace,
preso com’è in un concepimento sempre progressivo. Ma a quel modo che nella
creatura, dopo lungo placido nutrimento, il primo respiro – in un salto
qualitativo – spezza la continuità di un progresso solo quantitativo, ed è
allora che il bambino è nato; così lo spirito che si coltiva matura lento
e silenzioso fino a produrre la sua nuova figura, dissolve pezzo per pezzo
l’edificio del suo mondo precedente. Il suo squilibrio è denunciato da alcuni
sporadici sintomi. La noncuranza e la noia che invadono ciò che ancora
sussiste, il vago presentimento di un ignoto sono segni premonitori di
qualcos'altro che si prepara. Questo lento sgretolamento che finora non
alterava la fisionomia del Tutto, viene interrotto dal sorgere del sole che,
come in un lampo, fa apparire di colpo l'edificio del nuovo mondo.
Solo che questo nuovo mondo, come il
bambino appena nato, non ha ancora una realtà compiuta, ed è essenziale non
trascurare questo punto. Il primo sorgere è anzitutto la sua immediatezza e il
suo concetto. E, come un edificio è così poco compiuto quando sono gettate le
sue fondamenta, allo stesso modo il concetto del Tutto alla sua prima comparsa è il Tutto
medesimo.
Es ist übrigens nicht schwer, zu sehen, daß unsre Zeit eine Zeit der Geburt und des Übergangs zu einer neuen Periode ist. Der Geist hat mit der bisherigen Welt seines Daseins und Vorstellens gebrochen und steht im Begriffe, es in die Vergangenheit hinab zu versenken, und in der Arbeit seiner Umgestaltung. Zwar ist er nie in Ruhe, sondern in immer fortschreitender Bewegung begriffen. Aber wie beim Kinde nach langer stiller Ernährung der erste Atemzug jene Allmählichkeit des nur vermehrenden Fortgangs abbricht – ein qualitativer Sprung – und itzt das Kind geboren ist, so reift der sich bildende Geist langsam und stille der neuen Gestalt entgegen, löst ein Teilchen des Baues seiner vorgehenden Welt nach dem andern auf, ihr Wanken wird nur durch einzelne Symptome angedeutet; der Leichtsinn wie die Langeweile, die im Bestehenden einreißen, die unbestimmte Ahnung eines Unbekannten sind Vorboten, daß etwas anderes im Anzuge ist. Dies allmähliche Zerbröckeln, das die Physiognomie des Ganzen nicht veränderte, wird durch den Aufgang unterbrochen, der, ein Blitz, in einem Male das Gebilde der neuen Welt hinstellt.
Allein eine vollkommne Wirklichkeit hat dies Neue sowenig als das eben geborne Kind; und dies ist wesentlich nicht außer acht zu lassen. Das erste Auftreten ist erst seine Unmittelbarkeit oder sein Begriff. Sowenig ein Gebäude fertig ist, wenn sein Grund gelegt worden, sowenig ist der erreichte Begriff des Ganzen das Ganze selbst.
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Es ist übrigens nicht schwer, zu sehen, daß unsre Zeit eine Zeit der Geburt und des Übergangs zu einer neuen Periode ist. Der Geist hat mit der bisherigen Welt seines Daseins und Vorstellens gebrochen und steht im Begriffe, es in die Vergangenheit hinab zu versenken, und in der Arbeit seiner Umgestaltung. Zwar ist er nie in Ruhe, sondern in immer fortschreitender Bewegung begriffen. Aber wie beim Kinde nach langer stiller Ernährung der erste Atemzug jene Allmählichkeit des nur vermehrenden Fortgangs abbricht – ein qualitativer Sprung – und itzt das Kind geboren ist, so reift der sich bildende Geist langsam und stille der neuen Gestalt entgegen, löst ein Teilchen des Baues seiner vorgehenden Welt nach dem andern auf, ihr Wanken wird nur durch einzelne Symptome angedeutet; der Leichtsinn wie die Langeweile, die im Bestehenden einreißen, die unbestimmte Ahnung eines Unbekannten sind Vorboten, daß etwas anderes im Anzuge ist. Dies allmähliche Zerbröckeln, das die Physiognomie des Ganzen nicht veränderte, wird durch den Aufgang unterbrochen, der, ein Blitz, in einem Male das Gebilde der neuen Welt hinstellt.
Allein eine vollkommne Wirklichkeit hat dies Neue sowenig als das eben geborne Kind; und dies ist wesentlich nicht außer acht zu lassen. Das erste Auftreten ist erst seine Unmittelbarkeit oder sein Begriff. Sowenig ein Gebäude fertig ist, wenn sein Grund gelegt worden, sowenig ist der erreichte Begriff des Ganzen das Ganze selbst.
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Non ci rendiamo conto che viviamo in un’epoca di trasformazione, in
cui si stanno accumulando le condizioni di una nuova nascita;
sentiamo ogni tanto i gemiti di un parto che sta per venire, non lo
abbiamo ancora visto, «ma io sono certo, dice Hegel, che lo spirito,
cioè il divenire dell’uomo, sta per generare una nuova era, che
poi sboccerà all’improvviso».
Hegel
è un filosofo rivoluzionario, per lui la storia presenta
discontinuità: procede silenziosamente per anni, anche per secoli,
poi, all’improvviso, emerge un’epoca nuova. È chiaro che ha
presente l’esempio della Rivoluzione francese, per la quale si era
entusiasmato con Schelling e Hölderlin di cui era compagno di studi.
Ha in mente l’immagine dello spirito dell’uomo che ha cercato di
prendere la direzione della storia con la Rivoluzione francese, e si
aspetta lo sboccio di un’età nuova. Dunque: «Esso disgrega
frammento dopo frammento l’edificio del suo mondo precedente, e il
vacillare di quest’ultimo si lascia presagire soltanto attraverso
dei sintomi sporadici; la leggerezza e la noia, che invadono ciò che
ancora sussiste» [vien fatto di pensare alla leggerezza e alla noia
di tanti intellettuali italiani ed europei i quali scoraggiano
dall’uso dell’intelletto e dallo studio della filosofia perché
sono oramai scettici e annoiati di tutto, e li vedo rappresentati già
in questo passo di Hegel], «il vago presentimento di un ignoto, sono
i segni che annunciano che qualcosa di diverso si va preparando.
Questo graduale processo di sbriciolamento, che non alterava la
fisionomia dell’intero, viene interrotto dall’aurora che, come un
lampo, d’un tratto presenta alla vista la struttura del nuovo
mondo». (Antonio Gargano)
http://www.iisf.it/scuola/idealismo/Hegel_fen.htm
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