Pasolini, Le ceneri di Gramsci
- Non è di maggio questa impura
aria
- che il buio giardino straniero
- fa ancora più buio, o
l'abbaglia
-
- con cieche schiarite... questo
cielo
- di bave sopra gli attici
giallini
- che in semicerchi immensi fanno
velo
-
- alle curve del Tevere, ai
turchini
- monti del Lazio... Spande una
mortale
- pace, disamorata come i nostri
destini,
-
- tra le vecchie muraglie
l'autunnale
- maggio. In esso c'è il grigiore
del mondo,
- la fine del decennio in cui ci
appare
-
- tra le macerie finito il
profondo
- e ingenuo sforzo di rifare la
vita;
- il silenzio, fradicio e
infecondo...
-
- Tu giovane, in quel maggio in cui
l'errore
- era ancora vita, in quel maggio
italiano
- che alla vita aggiungeva almeno
ardore,
-
- quanto meno sventato e impuramente sano
- dei nostri padri - non padre, ma
umile
- fratello - già con la tua magra
mano
-
- delineavi l'ideale che illumina
-
- (ma non per noi: tu morto, e noi
- morti ugualmente, con te,
nell'umido
-
- giardino) questo silenzio. Non
puoi,
- lo vedi?, che riposare in questo
sito
- estraneo, ancora confinato. Noia
-
- patrizia ti è intorno. E,
sbiadito,
- solo ti giunge qualche colpo
d'incudine
- dalle officine di Testaccio,
sopito
-
- nel vespro: tra misere tettoie,
nudi
- mucchi di latta, ferrivecchi,
dove
- cantando vizioso un garzone già
chiude
-
- la sua giornata, mentre intorno
spiove.
- ...
- http://cemeteryrome.it/press/webnewsletter-it/n.10-2010.pdf
- http://www.romeguide.it/monumenti/cimiteri/acattolico/cimiteroacattolico.htm
- http://it.wikipedia.org/wiki/Le_ceneri_di_Gramsci
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